Quann chiocc e pil d gatt u gherzon rir e u petron z’è scatt
Trad. Quando nevica a pelo di gatto il garzone ride e il padrone schiatta (perchè non si può lavorare)
Quann chiocc e pil d gatt u gherzon rir e u petron z’è scatt
Trad. Quando nevica a pelo di gatto il garzone ride e il padrone schiatta (perchè non si può lavorare)
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Lo scivolo (sc’vlerell) era un passatempo per i più piccoli e generalmente a Petrella si svolgeva nella zona detta in dialetto “ncopp i Morg”.
Si scivolava su un percorso in discesa formato da una roccia ben levigata associato a un terreno appena umido, con il sedere a terra.
In tempi più antichi i ragazzi andando su e giù sul ripido pendio canticchiavano una strofetta a mò di filastrocca:” Zitt mà, zitt tà v’ v’lem rracquntà em fatt a sc’vlerell c’em rott a’ pignatell” (Zitta mamma, zitto papà vi vogliamo raccontare siamo andati a scivolare rompendo il fondo dei pantaloni).
In caso di neve, questo gioco diventava molto più divertente con il percorso che partiva dalla casa di Petrozzi a scendere fino in piazza oppure nelle discese di campagna dietro alle case popolari (“i venturin”) di via Frentana.
L’abilità premiata ovviamente era riuscire a percorrere tutto il sentiero ghiacciato senza effettuare rovinosi ruzzoloni cioè “senz eccappttarz”.
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